Avveramento delle condizioni sospensive

Milano, 1 agosto 2021 – Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto volontaria parziale promossa da CIR S.p.A. – Compagnie Industriali Riunite (“CIR” o l’“Offerente” o l’“Emittente”) ai sensi degli articoli 102 e seguenti del Decreto Legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998, come successivamente modificato e integrato (“TUF”), avente ad oggetto massime n. 156.862.745 azioni prive di valore nominale (l’“Offerta”), l’Offerente comunica quanto segue.

I termini utilizzati con lettera iniziale maiuscola nel presente comunicato, se non altrimenti definiti, hanno il significato ad essi attribuito nel documento di offerta depositato presso Consob in data 31 maggio 2021, nuovamente depositato in data 10 giugno 2021 e in data 14 giugno 2021 e approvato da Consob ai sensi dell’articolo 102, comma 4, del TUF con delibera n. 21898 del 15 giugno 2021 (il “Documento di Offerta”).

L’Offerta è stata promossa su massime n. 156.862.745 Azioni dell’Emittente quotate sul Mercato Telematico Azionario, codici identificativi (i) ISIN IT0000070786, (ii) XXITV0000172, (iii) XITV0000180 e (iv) ISIN IT0005241762, pari al 12,282% del capitale sociale dell’Emittente.

Ai sensi del Paragrafo A.1 del Documento di Offerta, l’efficacia dell’Offerta era soggetta (A) al mancato verificarsi, entro il primo Giorno di Borsa Aperta successivo al termine del Periodo di Adesione, di (i) eventi o situazioni straordinari a livello nazionale e/o internazionale comportanti gravi mutamenti nella situazione politica, finanziaria, economica, valutaria o di mercato non già determinatisi alla data di pubblicazione del Documento di Offerta e che abbiano effetti sostanzialmente pregiudizievoli sull’Offerta, sulle condizioni delle attività e/o sulle condizioni patrimoniali, economiche e/o finanziarie di CIR e/o sulle società facenti parte del Gruppo CIR, quali risultanti dal bilancio consolidato relativo all’esercizio 2020, ovvero di (ii) atti, fatti, circostanze, eventi o situazioni non già determinatisi alla data di pubblicazione del Documento di Offerta e tali da determinare un pregiudizio che incida sull’Offerta in modo rilevante, sulle condizioni delle attività e/o sulle condizioni patrimoniali, economiche o finanziarie di CIR e/o del Gruppo CIR, quali risultanti dal bilancio consolidato relativo all’esercizio 2020; e/o e/o (B) alla mancata adozione e/o pubblicazione, entro il primo Giorno di Borsa Aperta successivo al termine del Periodo di Adesione, da parte di istituzioni, enti o autorità aventi competenza, di atti o provvedimenti legislativi, amministrativi (ivi inclusi obblighi di offerta pubblica di acquisto ai sensi degli articoli 106 e seguenti del TUF) o giudiziari tali da precludere, limitare o rendere più onerosa, in tutto o in parte, anche a titolo transitorio, la possibilità di CIR e/o del Gruppo CIR di perfezionare l’Offerta ((A) e (B), congiuntamente, le “Condizioni di Efficacia dell’Offerta”), salvo il diritto dell’Offerente di rinunciare a, o modificare nei termini, in qualsiasi momento e a suo insindacabile giudizio, in tutto o in parte, le Condizioni di Efficacia dell’Offerta nei limiti e secondo le modalità previste dall’articolo 43 del Regolamento Emittenti.

Dal momento che non si è verificato alcuno degli eventi impeditivi di cui alle Condizioni di Efficacia dell’Offerta, l’Offerente comunica che le Condizioni di Efficacia dell’Offerta sono state soddisfatte.

Si ricorda infine che, in conformità a quanto previsto nel Documento di Offerta, l’efficacia dell’Offerta non è condizionata al raggiungimento di un numero minimo di adesioni.

I risultati definitivi dell’Offerta e il Coefficiente di Riparto saranno resi noti nel comunicato che sarà diffuso sempre a cura dell’Offerente entro le ore 7:59 del 5 agosto 2021, ossia il Giorno di Borsa Aperta antecedente la Data di Pagamento, ai sensi dell’articolo 41, comma 6, del Regolamento Emittenti, sul sito internet di CIR (www.cirgroup.it nell’area dedicata “Governance/Offerta pubblica di acquisto volontaria parziale”) e con le ulteriori modalità previste dall’articolo 38, comma 2, del Regolamento Emittenti.

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KOS perfeziona la cessione al fondo DWS della controllata Medipass

Milano, 27 novembre 2020 – A completamento di quanto già comunicato in data 7 settembre 2020, KOS ha perfezionato in data odierna la cessione del 100% delle quote di Medipass S.r.l. (riacquistando le società operative in India) a Inframedica S.p.a., società indirettamente e interamente controllata da DWS Alternatives Global Limited, investment manager delegato alla gestione del fondo Pan-European Infrastructure III, SCSp.

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CIR: risultati primi nove mesi 2020

  • Terzo trimestre 2020 in miglioramento, con ricavi consolidati in leggera crescita rispetto al 3Q 2019, EBITDA ed EBIT in progressione e un risultato netto (€ 10,0 milioni) superiore a quello del 3Q 2019
  • I risultati dei primi nove mesi 2020 sono penalizzati dall’andamento del primo semestre che ha fortemente risentito delle conseguenze economiche della pandemia Covid-19. Ricavi a € 1.329,4 milioni (€ 1.528,0 milioni nei primi nove mesi 2019). EBITDA a € 174,2 milioni (€ 201,8 milioni nei primi nove mesi 2019). EBIT positivo a € 12,9 milioni (€ 66,0 milioni nei primi nove mesi 2019). Risultato netto: -€ 20,2 milioni
  • Posizione finanziaria netta della capogruppo positiva per € 384,0 milioni, in aumento rispetto al 31 dicembre 2019 (€ 295,7 milioni)

Milano, 30 ottobre 2020 – Il Consiglio di Amministrazione di CIR S.p.A., riunitosi oggi sotto la presidenza di Rodolfo De Benedetti, ha approvato l’informativa finanziaria al 30 settembre 2020 presentata dall’amministratore delegato Monica Mondardini.

Risultati consolidati

Nel terzo trimestre dell’esercizio in corso è stata registrata una ripresa in tutte le attività, con ricavi consolidati in crescita dello 0,7% rispetto al fatturato del corrispondente periodo del 2019, EBITDA ed EBIT in progressione e un risultato netto pari a € 10,0 milioni, superiore a quello del terzo trimestre 2019.

Nel settore socio-sanitario, KOS ha registrato un recupero dei servizi di riabilitazione, conseguente alla ripresa delle attività ospedaliere in un trimestre in cui si è ridotto lo stress del sistema sanitario legato all’emergenza provocata dalla pandemia da Covid-19.

Nella componentistica auto, Sogefi, grazie a una performance sui ricavi migliore del mercato di riferimento e ad azioni di contenimento dei costi, ha chiuso il trimestre con un risultato positivo.

Per quanto riguarda gli asset finanziari della holding CIR e delle controllate non industriali, in linea con i mercati di riferimento, si è registrato un recupero delle quotazioni, che ha compensato le perdite dei primi sei mesi dell’anno.

I risultati dei primi nove mesi del 2020 restano fortemente penalizzati dal primo semestre, periodo nel corso del quale tutte le attività hanno pesantemente risentito delle circostanze createsi a causa della pandemia e delle misure particolarmente restrittive adottate.
I ricavi consolidati sono ammontati a € 1.329,4 milioni, in calo del 13% rispetto al 2019.
Il margine operativo lordo (EBITDA) consolidato è ammontato a € 174,2 milioni ed è inferiore del 13,7% rispetto al dato dei primi nove mesi del 2019 (€ 201,8 milioni).
Il risultato operativo (EBIT) consolidato è stato pari a € 12,9 milioni rispetto a € 66,0 milioni nel corrispondente periodo del 2019, riflettendo la flessione dell’EBITDA e l’incremento degli ammortamenti dovuto al consolidamento dell’attività di KOS in Germania, acquisita a fine 2019.
Il risultato netto è stato negativo per € 20,2 milioni rispetto a un utile di € 5,4 milioni nel corrispondente periodo del 2019. Rispetto al primo semestre, la perdita si è significativamente ridotta.

L’attività di KOS ha risentito dell’emergenza sanitaria in tutti i settori, con un significativo impatto sull’andamento economico. Nelle RSA in Italia, l’attività si è concentrata sulla difficile gestione dell’emergenza sanitaria e i nuovi ingressi sono stati bloccati per diversi mesi; nel corso del terzo trimestre gli ingressi sono ripresi e il numero degli ospiti si è stabilizzato, ma il numero di ospiti è significativamente inferiore al 2019. Nelle RSA in Germania l’impatto della pandemia è stato decisamente minore dal punto di vista sanitario e pertanto anche la riduzione del numero degli ospiti è stata più contenuta che in Italia. Nelle strutture di riabilitazione nel primo semestre si è registrata una diminuzione dei pazienti a seguito del rallentamento della normale attività ospedaliera, in un contesto di stress del sistema sanitario, e le attività ambulatoriali sono state sospese o fortemente ridotte così come l’attività di diagnostica; tuttavia, nel corso del terzo trimestre vi è stato un vigoroso recupero, con prestazioni in crescita rispetto al corrispondente periodo del 2019.

I ricavi sono ammontati a € 468,8 milioni, in crescita del 23,7% rispetto al corrispondente periodo del 2019 (decremento del 10,5% a perimetro costante, escludendo Charleston, gruppo operante in Germania nel settore delle RSA, acquisito nel mese di ottobre 2019). L’EBIT è stato pari a € 26,8 milioni rispetto a € 44,2 milioni nel 2019, a causa del calo degli ospiti e pazienti in Italia per l’emergenza Covid-19 e dei maggiori costi sostenuti in misure di protezione per far fronte e contenere gli effetti della pandemia. Il risultato netto è stato positivo per € 4,9 milioni rispetto a un utile di € 23,5 milioni nel 2019.

Nel mese di settembre KOS ha raggiunto un accordo vincolante con DWS Alternatives Global Limited per la vendita di Medipass, escluse le attività in India che resteranno in KOS. L’enterprise value concordato è pari a € 169,2 milioni e l’equity value è stimabile in circa € 103,0 milioni (al netto dell’esborso sostenuto da KOS per l’acquisto delle attività in India), valori a cui si aggiunge un possibile earn-out di € 2,5 milioni. Il perfezionamento dell’operazione è subordinato al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità e di taluni waiver di terzi, che allo stato attuale risultano quasi integralmente soddisfatti; si prevede pertanto che l’operazione possa essere completata entro il mese di novembre 2020. L’operazione darà luogo ad una plusvalenza per KOS superiore a € 50,0 milioni, che sarà rilevata solo al momento del closing dell’operazione. La cessione di Medipass si inquadra nella strategia di KOS di focalizzarsi sulle attività core (long-term care), in Italia e Germania.

Passando a Sogefi, nel terzo trimestre la produzione mondiale di automobili ha registrato un deciso recupero, con una flessione del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, dopo il crollo senza precedenti subito nel corso del primo semestre (-33,2%) per gli effetti della diffusione della pandemia Covid-19.

In tale contesto Sogefi ha registrato un terzo trimestre positivo, con ricavi in flessione dell’ 8,1% e un utile di € 5,6 milioni (rispetto a € 1,4 milioni nel terzo trimestre 2019), grazie alle misure adottate per far fronte alla crisi, che hanno permesso di incrementare il margine di contribuzione al 31%, rispetto al 30,3% del 2019 e al 29,5% del secondo trimestre, e ridurre i costi fissi del 20%, con un’incidenza sui ricavi passata dal 17% del terzo trimestre del 2019 al 15% del 2020. I primi nove mesi del 2020 restano fortemente segnati dal primo semestre: i ricavi sono stati pari a € 860,6 milioni, in calo del 25,1% rispetto al 2019, l’EBITDA è ammontato a € 94,7 milioni rispetto a € 130,7 milioni nel 2019, e il periodo si è chiuso con una perdita di € 23,2 milioni (utile di € 8,3 milioni nel 2019).

Nonostante la situazione dei primi nove mesi, dall’inizio dell’anno Sogefi ha conseguito nuovi contratti per un importo totale stimato in linea con gli esercizi precedenti e con gli obiettivi di mantenimento/accrescimento delle quote di mercato.

Con riferimento agli investimenti finanziari della holding e controllate dedite alla gestione finanziaria, nel corso del terzo trimestre del 2020 si è assistito a una ripresa dei valori degli attivi che ha portato il rendimento complessivo dei nove mesi al pareggio, dopo la perdita registrata nel primo semestre. Obbligazioni e hedge funds (che rappresentano circa l’85% del portafoglio) hanno conseguito un rendimento complessivo pari a +1,8%, mentre gli investimenti in fondi di private equity e partecipazioni finanziarie hanno registrato una riduzione del fair value complessivamente dell’8%.

L’indebitamento finanziario netto consolidato al 30 settembre 2020, ante IFRS 16, ammontava a € 264,0 milioni, in riduzione rispetto al 31 dicembre 2019 (€ 327,6 milioni) e al 30 giugno 2020 (€ 285,7 milioni). I debiti finanziari per diritti d’uso ex IFRS 16, al 30 settembre 2020, ammontavano complessivamente a € 808,9 milioni e pertanto l’indebitamento finanziario netto consolidato complessivo ammontava a € 1.072,9 milioni. I debiti ex IFRS 16 riguardano principalmente la controllata KOS (€ 733,5 milioni), che opera avvalendosi di immobili prevalentemente in locazione.

La posizione finanziaria netta della capogruppo (incluse le controllate non industriali) al 30 settembre 2020 era positiva per € 384,0 milioni, in aumento rispetto a 31 dicembre 2019 (€ 295,7 milioni), grazie all’incasso netto derivante dalla vendita della partecipazione in GEDI Gruppo Editoriale a EXOR (con un corrispettivo ricevuto per l’intera partecipazione pari a € 102,4 milioni e un reinvestimento di € 11,7 milioni per il 5% della stessa GEDI). Il patrimonio netto di Gruppo al 30 settembre 2020 era pari a € 736,9 milioni rispetto a € 770,7 milioni al 31 dicembre 2019. La diminuzione è riconducibile alla perdita del periodo e alle differenze cambio negative derivanti dalla traduzione dei bilanci delle controllate estere.

Prevedibile evoluzione della gestione

La visibilità sui prossimi mesi resta limitata a causa dell’incertezza sulle conseguenze dell’evoluzione della pandemia sulle attività del gruppo. Infatti, in Europa si sta assistendo alla seconda fase di diffusione della pandemia da Covid-19, con i recenti dati che evidenziano livelli superiori alla fase di lock-down, e in Nord e Sud America l’evoluzione della pandemia resta altamente preoccupante; non si può pertanto escludere, come confermato recentemente in alcuni paesi, che le autorità assumano a breve nuove disposizioni restrittive della produzione e delle attività private, con impatto anche sulle attività del gruppo.

Per quanto concerne KOS, si prevede che l’attività riabilitativa, in assenza di un nuovo blocco dell’attività ospedaliera ordinaria, possa consolidare il recupero osservato nel terzo trimestre, mentre per le RSA in Italia, nel breve periodo, è verosimile che il numero di ospiti permanga inferiore alle medie storiche. Parallelamente continueranno a sostenersi costi aggiuntivi per fare fronte all’emergenza. Il settore RSA in Germania, meno colpito dalla pandemia in termini di livello di attività, e comunque sostenuto economicamente dal sistema pubblico, dovrebbe riportare risultati in linea con le aspettative, proseguendo nel proprio programma di miglioramento operativo e reddituale. In questo difficile contesto si prevede che sull’intero esercizio l’EBIT possa risultare non inferiore a quello registrato nei primi nove mesi.

Sogefi ha incorporato nelle proprie aspettative sul quarto trimestre una ipotesi di mercato intorno al -10%, a fronte della quale prevede di poter conseguire per l’intero esercizio un EBIT, esclusi gli oneri per ristrutturazioni, significativamente positivo. Sulla base delle considerazioni svolte sulle partecipate del gruppo, in assenza di discontinuità dell’attività o eventi straordinari allo stato non prevedibili, si prevede un EBIT consolidato positivo e un risultato netto significativamente positivo grazie alla gestione straordinaria (in particolare, all’operazione di cessione di Medipass).

Nomina del nuovo dirigente preposto di CIR

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato, previo parere favorevole del Collegio sindacale, la nomina di Michele Cavigioli quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari ai sensi dell’art. 154-bis del TUF e in conformità all’art. 21 dello Statuto sociale. La nomina ha effetto con decorrenza 1° gennaio 2021. L’ingegner Cavigioli, 51 anni, in CIR dal 2005, ricopre il ruolo di direttore Finanza Centrale dal 2010 ed è altresì responsabile dei rapporti con gli analisti finanziari e gli investitori istituzionali. È inoltre CEO di CIR Investimenti e consigliere di amministrazione di KOS. In precedenza, ha lavorato in McKinsey & Company, Deutsche Bank e Magnemag AG. Cavigioli sostituirà l’attuale dirigente preposto Giuseppe Gianoglio, che a gennaio 2021 lascerà il gruppo, avendo scelto di andare in pensione. Il Consiglio di Amministrazione ha ringraziato il dottor Gianoglio per l’importante contributo dato al gruppo in 16 anni di attività.

Si informa che il dottor Gianoglio detiene n. 488.013 azioni CIR e diritti derivanti da Piani di Stock Grant per un numero di Units complessivo pari a 1.359.648. L’ingegner Cavigioli detiene n. 24.248 azioni CIR e diritti derivanti da Piani di Stock Grant per un numero di Units complessivo pari a 1.422.461.

Delibera sulle informative finanziarie periodiche

Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di interrompere, a partire dall’esercizio 2021, la pubblicazione dei resoconti intermedi di gestione al 31 marzo e al 30 settembre, in base alla facoltà concessa in tal senso dal D.Lgs 25/2016 per le medesime ragioni che hanno ispirato la direttiva Transparency II 2013/50 dell’Unione Europea trasposta in Italia dal suddetto decreto

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Sogefi: risultati primi nove mesi 2020

TERZO TRIMESTRE 2020 IN UTILE

Ricavi in recupero, margini in crescita e riduzione costi fissi

RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI FORTEMENTE PENALIZZATI DAL PRIMO SEMESTRE

Ricavi a € 860,6 milioni, -21,9% a cambi costanti (mercato auto -23,2%)

EBITDA margin in linea con il 2019: € 94,7milioni, 11% del fatturato (11,4% nei primi nove mesi 2019)

EBIT: -€ 3,2 milioni per effetto dei minori volumi

EBIT atteso sull’intero esercizio 2020 positivo (esclusi costi di ristrutturazione)

Milano, 23 ottobre 2020 – Il Consiglio di Amministrazione di Sogefi S.p.A., riunitosi oggi sotto la presidenza di Monica Mondardini, ha approvato il resoconto intermedio di gestione del gruppo al 30 settembre 2020. Sogefi, società del gruppo CIR, è uno dei principali produttori globali di componenti per autoveicoli in tre settori: Aria e Raffreddamento, Filtrazione e Sospensioni.

Dopo il primo semestre 2020 in cui la produzione mondiale di automobili ha subito un crollo senza precedenti (-33,2%) per gli effetti della diffusione della pandemia Covid-19, nel terzo trimestre il mercato ha registrato una decisa ripresa rispetto al trimestre precedente (+60,7%), con volumi in flessione di appena 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019 (dopo un secondo trimestre a -42,9%). La ripresa ha interessato tutti i mercati: la Cina, dove la produzione è stata maggiore di quella del terzo trimestre dell’esercizio precedente (+10,7%), NAFTA, con volumi equivalenti quelli del terzo trimestre 2019 (+0,5%), l’UE, con volumi in progressiva crescita, seppur nell’intero trimestre inferiori rispetto al 2019 (-10,7%). In Sud America, la situazione è rimasta decisamente critica (-20,9%).

Malgrado il recupero del terzo trimestre, sull’intero periodo dei primi nove mesi del 2020 si confermano flessioni molto significative: -23,2% per la produzione automobilistica mondiale rispetto ai primi nove mesi del 2019, -31,3% in UE, -26,5% in Nord America, -8,9 % in Cina e -40,4% in Sud America. 

Nel corso del primo semestre la priorità del Gruppo è stata la sicurezza dei propri dipendenti. Dal momento in cui sono pervenute notizie sul fenomeno Covid-19 in Cina, sono state immediatamente assunte disposizioni volte a ridurre il rischio di contagio. Durante il secondo trimestre sono state sospese quasi tutte le attività nelle fabbriche e sedi di lavoro, in ottemperanza alle disposizioni emanate dalle diverse autorità locali o per decisione dell’azienda, ricorrendo anche in misura  generalizzata, quando possibile, al lavoro agile; sono inoltre state adottate tutte le misure raccomandate per la sicurezza sanitaria sul posto di lavoro, rivedendo i processi produttivi in tutte le aree geografiche e formulando e  implementando nuovi protocolli di sicurezza, che contemplano distanziamento fisico e utilizzo di sistemi di protezione individuale. Nella fase attuale, la nuova ondata di diffusione sta comportando l’adozione di ulteriori misure per limitare la presenza del personale sul posto di lavoro, mediante il ricorso al lavoro agile.

Contestualmente, sono state poste in atto misure incisive per mitigare l’impatto della crisi, e della conseguente contrazione delle vendite, che hanno permesso di conseguire un risultato positivo nel terzo trimestre. In particolare, tale risultato è stato favorito:

  • dall’incremento del margine di contribuzione al 31%, rispetto al 30,3% del terzo trimestre 2019 e al 29,5% del secondo trimestre;
  • dalla riduzione dei costi fissi del 20,2%, con un’incidenza sui ricavi passata dal 17% del terzo trimestre del 2019 al 14,8% del 2020.

Nonostante la situazione dei primi nove mesi, dall’inizio dell’anno Sogefi ha conseguito nuovi contratti per un importo totale stimato in linea con gli esercizi precedenti e con gli obiettivi di mantenimento/accrescimento delle quote di mercato.

In particolare, Aria e Raffreddamento ha ottenuto un importante contratto (€ 100 milioni) per fornire, a un primario OEM tedesco, collettori di aspirazione dell’aria (manifold) in alluminio, un materiale che di fatto introduce una nuova linea di prodotto in un settore in cui la divisione è già leader di mercato con le materie plastiche. Inoltre, il 25% del valore degli ordini acquisiti nei primi nove mesi dell’anno riguarda componenti destinati al raffreddamento di vetture ibride e full electric, ponendo le basi per un ottimo posizionamento della divisione nei mercati del futuro.

La divisione Sospensioni ha acquisito un ordine da un primario produttore di veicoli full electric nordamericano, raggiungendo così, a livello globale, il 35% di ordini per applicazioni ibride ed elettriche sul cumulato dei nove mesi. La crescita è stata ottenuta anche grazie al nuovo prodotto sviluppato specificatamente per soddisfare i requisiti di leggerezza e di “time to market” dei veicoli elettrici. La divisione ha infatti ingegnerizzato una sospensione conica a passo variabile pensata per questo tipo di applicazioni.

SINTESI DEI RISULTATI DEL TERZO TRIMESTRE 2020

I ricavi del terzo trimestre hanno registrato una significativa ripresa rispetto al periodo precedente, risultando pressoché in linea con il terzo trimestre del 2019 a cambi costanti (-8,1% a cambi correnti).

I risultati sono stati positivi, grazie alla ripresa del fatturato e alle misure adottate, che hanno determinato un leggero aumento del margine di contribuzione e una significativa riduzione dei costi fissi.

L’EBITDA è stato pari al 14% a fronte del 12% dello stesso periodo del 2019.

L’EBIT è stato positivo per € 15,6 milioni, importo superiore a quello del 2019, pari a € 13,1 milioni; l’incidenza dell’EBIT sul fatturato è passata da 3,5% a 4,6%.

Nel periodo, il Gruppo ha registrato un utile netto di € 5,6 milioni, a fronte di € 1,4 milioni nel 2019.

Il Free Cash Flow ante IFRS 16 è stato positivo per € 28,0 milioni rispetto a € 2,8 milioni nel 2019.

SINTESI DEI RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI 2020

RICAVI

Nei primi nove mesi del 2020, i ricavi di Sogefi sono ammontati a € 860,6 milioni, in flessione rispetto al corrispondente periodo del 2019 del 25,1% a cambi storici e del 21,9% a cambi costanti.

Ripercorrendo l’andamento del fatturato nel corso dell’esercizio, dopo i primi due mesi dell’anno con ricavi in linea con il 2019, in marzo sono stati  registrati i primi effetti della pandemia (-29,5% rispetto al 2019), che si sono gravemente acuiti nei mesi di aprile (-79,5%) e maggio (-64,5%); in giugno è iniziato il recupero (con un calo del fatturato rispetto al 2019 più contenuto, -24,9%), proseguito poi nei mesi di luglio (-18%), agosto (-7,5%) e settembre, quando il fatturato ha registrato una lieve crescita rispetto al 2019 (+0,8%). 

L’andamento dei ricavi a cambi costanti dei primi nove mesi è stato migliore del mercato in tutte le principali aree geografiche: -24,6% in Europa rispetto al -31,3% del mercato, -17,9% in NAFTA rispetto al -26,5%, +12,6% in Cina rispetto al -8,9%.

Per settore di attività, Filtrazione (con un calo dei ricavi del 16,2% a cambi costanti) e Aria e Raffreddamento (-17,8% a cambi costanti) hanno registrato un andamento decisamente meno sfavorevole del mercato grazie, per Filtrazione, alla maggiore tenuta dei canali OES e Aftermarket e per Aria e Raffreddamento allo sviluppo del portafoglio di contratti in particolare in Nord America. L’impatto della crisi è stato maggiore per Sospensioni, con un calo dei ricavi del 30,6% a cambi costanti, che riflette la maggiore concentrazione dell’attività in Europa e in Sud America e gli andamenti particolarmente sfavorevoli del settore in tali aree.

RISULTATO OPERATIVO E RISULTATO NETTO

Nei nove mesi la riduzione del fatturato ha avuto effetti significativi sui risultati economici del gruppo, nonostante l’incisività delle misure di mitigazione adottate.

L’EBITDA è ammontato a € 94,7 milioni, rispetto a € 130,7 milioni nel corrispondente periodo del 2019; da notare che la redditività (EBITDA / Ricavi %), pari a 11%, è stata sostanzialmente in linea con quella del corrispondente periodo del 2019 (11,4%).

Il margine di contribuzione dei primi nove mesi ha registrato un leggero miglioramento rispetto al 2019, dal 29,7% al 30,3%; l’incidenza del costo delle materie prime è scesa grazie in parte a fenomeni di mercato e in parte ai piani attuati dallo scorso esercizio per ottimizzare i prezzi di acquisto degli acciai per la produzione delle sospensioni, e ha compensato l’impatto delle inevitabili inefficienze produttive determinate dalla sospensione e ripresa della produzione e dai bassi volumi. L’incidenza dei costi fissi sulle vendite dei primi nove mesi è sostanzialmente stabile rispetto al corrispondente periodo del 2019, grazie alle misure di contenimento adottate, in parte temporanee e in parte destinate a divenire strutturali.

L’EBIT è stato negativo per € 3,2 milioni a fronte di un risultato positivo di € 37,4 milioni nei primi nove mesi del 2019. La riduzione dell’EBIT riflette la riduzione dei ricavi e gli oneri non ricorrenti sostenuti a causa della situazione: oneri per ristrutturazione pari a € 14,2 milioni (€ 5,7 milioni nei primi nove mesi del 2019) e svalutazioni di immobilizzazioni per € 8,2 milioni (€ 2,2 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente).

Il gruppo ha registrato un risultato netto negativo per € 23,2 milioni rispetto a un utile di € 8,3 milioni nel 2019, dopo oneri finanziari sostanzialmente in linea con quelli dell’anno precedente e oneri fiscali per € 2,8 milioni rispetto a € 12,6 milioni nell’esercizio precedente. 

INDEBITAMENTO E PATRIMONIO NETTO

Con riferimento al Free Cash Flow, nei primi nove mesi del 2020, ante IFRS 16, è stato registrato un consumo di € 42,8 milioni (a fronte di -€ 0,5 milioni nei primi nove mesi del 2019), in buona parte derivante dall’evoluzione del capitale circolante causato dalle particolari circostanze intervenute nel corso dell’anno. Infatti, come in generale avviene nel settore, i crediti verso clienti vengono incassati più rapidamente rispetto ai tempi di pagamento dei fornitori, anche grazie al ricorso al factoring. Il calo delle vendite ha prodotto una conseguente diminuzione degli incassi, mentre sono continuati gli esborsi verso i fornitori. Tale squilibrio si sta progressivamente riassorbendo con la ripresa dell’attività. Il Free Cash Flow inclusi i debiti da IFRS 16 è stato pari a -€ 55,6 milioni rispetto a -€ 4,3 milioni nei primi nove mesi del 2019.

L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 al 30 settembre 2020 è pari a € 299,0 milioni, in crescita rispetto a fine 2019 (€ 256,2 milioni), ma in significativa riduzione rispetto al 30 giugno 2020 (quando l’indebitamento finanziario netto ammontava a € 327,0 milioni).

Includendo i debiti finanziari per diritti d’uso, secondo il principio IFRS 16, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2020 ammontava a € 374,5 milioni rispetto a € 318,9 milioni al 31 dicembre 2019 e a € 330,0 milioni al 30 settembre 2019. Da notare che nel corso del 2020 il gruppo sta sviluppando un nuovo stabilimento per la produzione di sospensioni in Romania, destinato a incrementare la competitività del gruppo nel settore. Nel corso del terzo trimestre la sottoscrizione del contratto di affitto del nuovo stabilimento ha comportato l’iscrizione di un debito IFRS 16 pari a circa € 19,0 milioni.

Come noto, al 30 giugno i covenants contemplati dai contratti di finanziamento in vigore sono stati rispettati e allo stato attuale delle conoscenze e in base alle previsioni non si prevedono breach al 31 dicembre 2020.

Al 30 settembre 2020 il gruppo ha linee di credito committed in eccesso rispetto al fabbisogno per € 220,0 milioni.

Al 30 settembre 2020 il patrimonio netto, esclusa la quota degli azionisti terzi, ammontava a € 146,6 milioni (€ 188,7 milioni al 31 dicembre 2019).

IMPATTI COVID-19 SULL’ATTIVITA’

A seguito della diffusione della pandemia Covid-19, Sogefi ha sospeso dapprima la produzione in Cina e successivamente, nella seconda parte del mese di marzo, pressoché in tutti gli stabilimenti. L’attività è ripartita ovunque, dapprima in Cina e dal mese di maggio in tutti i paesi di operatività del gruppo, seppure con volumi di produzione fino ad agosto significativamente inferiori all’anno precedente e alle attese.

Per quanto riguarda la valutazione degli impatti della pandemia sul gruppo, le previsioni ante Covid-19 prevedevano un andamento del fatturato 2020 sostanzialmente in linea con il 2019 e nei primi due mesi dell’anno la Società ha effettivamente realizzato volumi equivalenti o superiori alle attese; tuttavia, nel corso dei mesi successivi si è registrato un calo estremamente significativo e un recupero a partire dal mese di giugno. Per effetto di tale andamento, Sogefi ha registrato ricavi pari a € 860,6 milioni in calo del 25,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; tale riduzione è pressoché integralmente ascrivibile agli effetti delle circostanze determinate dalla pandemia. La contrazione dei volumi, anche se in parte compensata dalla riduzione dei costi fissi, ha comunque comportato un impatto negativo stimabile in € 42,0 milioni sull’EBIT e € 27,0 milioni sul risultato netto, nonché un significativo incremento del debito.

La Società, oltre ad aver reagito per ridurre gli impatti della crisi da marzo a oggi, sta operando per adattarsi strutturalmente alle mutate circostanze del mercato e recuperare rapidamente l’equilibrio economico / finanziario, pure in un contesto di volumi ridotti quale quello ad oggi prevedibile, anche per il quarto trimestre 2020 e il 2021.

FATTI DI RILIEVO AVVENUTI SUCCESSIVAMENTE AL 30 SETTEMBRE 2020

Nel mese di ottobre, il gruppo ha ottenuto nuovi contratti di finanziamento a medio termine di importo complessivo pari a € 134,5 milioni concessi da primari istituti italiani e francesi.

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE

La visibilità sull’evoluzione del mercato nei prossimi mesi rimane ridotta, nonostante il miglioramento dei volumi riscontrati nel terzo trimestre.

Per quanto concerne la pandemia, in Europa il rischio di una seconda fase di Covid-19 appare concretizzarsi, con i recenti dati che evidenziano un ritorno della diffusione a livelli superiori alla fase di lock-down; in Nord e Sud America, l’evoluzione della pandemia resta altamente preoccupante; è pertanto difficile prevedere quali misure verranno adottate dalle autorità, non potendosi escludere l’assunzione di nuove disposizioni restrittive della produzione e delle attività private nel corso dei prossimi mesi; è inoltre del tutto incerto l’impatto delle attuali circostanze sulla domanda del settore automotive.

Dopo un terzo trimestre 2020 migliore delle attese, per il quarto trimestre 2020, IHS prevede che la produzione mondiale potrebbe collocarsi al -2,7% rispetto al quarto trimestre 2019; l’anno 2020 chiuderebbe quindi con una flessione del mercato del 17,9% sull’intero esercizio.

In questo scenario incerto, Sogefi ha incorporato nelle proprie aspettative sul quarto trimestre una ipotesi di mercato intorno al -10%, a fronte della quale prevede di poter conseguire per l’intero esercizio un EBIT positivo, esclusi gli oneri per ristrutturazioni.

PIANO DI STOCK GRANT

Il Consiglio di Amministrazione, in conformità con le deleghe conferitegli dall’Assemblea degli Azionisti il 20 aprile 2020, ha dato esecuzione al Piano di Stock Grant 2020 mediante attribuzione di n. 790.000 diritti.

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KOS conclude accordo per la cessione al fondo DWS della controllata Medipass (escluse le attività indiane) per un enterprise value di € 169 milioni e un corrispettivo netto stimato in circa € 103 milioni

Milano, 7 settembre 2020KOS e Inframedica S.àr.l., società indirettamente e interamente controllata da DWS Alternatives Global Limited, investment manager delegato alla gestione del fondo Pan-European Infrastructure III, SCSp (“DWS”) hanno sottoscritto un accordo vincolante per il trasferimento da KOS a DWS del 100% delle quote di Medipass S.r.l. (“Medipass”). Prima dell’esecuzione della cessione, KOS riacquisterà da Medipass le sue controllate indiane (Clearmedi Healthcare Private LTD, Clearview Healthcare Private LTD).

L’enterprise value concordato è pari a € 169,2 milioni e l’equity value è stimabile in circa € 103 milioni, al netto dell’esborso sostenuto da KOS per l’acquisto delle attività in India; il corrispettivo che verrà riconosciuto al closing da DWS a KOS sarà soggetto ad aggiustamenti, legati anche alla situazione finanziaria effettiva di Medipass alla data del 30 settembre.

Il perfezionamento dell’operazione è subordinato al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità e di taluni waiver di terzi, ivi incluso in relazione ai contratti di finanziamento di KOS. In ragione della tempistica dei procedimenti autorizzativi, si prevede che l’operazione possa essere completata entro il 2020.

L’operazione comporterà per KOS una plusvalenza netta di circa € 50 milioni e una riduzione dell’indebitamento di circa € 160 milioni, rispetto ad un indebitamento netto (ante IFRS 16) al 30 giugno 2020 pari a € 356,2 milioni.

Medipass è tra i leader nella fornitura di servizi per cure oncologiche e nella diagnostica avanzata per immagini in Italia e nel Regno Unito. Acquisita da KOS nel 2006, Medipass è diventata uno dei player principali nella fornitura di soluzioni “chiavi in mano” a strutture sanitarie private e pubbliche per la gestione di reparti di diagnostica e cura oncologica, gestendo tecnologie standard (quali risonanza magnetica, TAC, RX, ultrasuoni), tecnologie avanzate come la Medicina Nucleare (PET-CT) al servizio dell’attività di diagnostica, nonché reparti di Radioterapia per la cura del cancro. Medipass opera in oltre 20 strutture sanitarie (ospedali e ambulatori) in Italia e nel Regno Unito ed è in una posizione unica per soddisfare la crescente richiesta di investimenti, per il rinnovo e l’ampliamento del parco esistente di apparecchiature medicali diagnostiche e salvavita.

L’accordo raggiunto per la cessione testimonia la creazione di valore che Medipass ha realizzato dall’acquisizione da parte di KOS ad oggi.

L’operazione permetterà a KOS di incrementare significativamente le risorse disponibili per la crescita delle proprie attività core (gestione di RSA, ospedali e strutture di riabilitazione sia in Italia che all’estero, in particolare in Germania, dove già vanta una presenza significativa).

Infine, per quanto riguarda l’attività in India, dove oggi Medipass è uno dei primi provider di servizi tecnologici per la sanità con un fatturato di € 20,7 milioni nel 2019, KOS valuterà le opzioni disponibili per la sua migliore valorizzazione.

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DWS Infrastructure è uno dei principali investitori nel settore delle infrastrutture e fa parte di DWS Group & GmbH Co KGaA, il gestore patrimoniale quotato e indipendente (ETR: DWS), presente in circa 40 Paesi e con circa € 745 miliardi di asset gestiti (a giugno 2020). DWS Infrastructure è uno dei maggiori investitori infrastrutturali europei e ha circa € 20,8 miliardi di asset in gestione a dicembre 2019. DWS Infrastructure ambisce a creare e aggiungere valore agli investimenti dei suoi fondi attraverso una gestione attiva, nonché attraverso il suo network, esperienza e risorse finanziarie per realizzare il potenziale di crescita dell’azienda.

Hamish Mackenzie, Global Head of Infrastructure di DWS ha dichiarato:

“Siamo lieti di investire in Medipass e di collaborare con il suo notevole team di management in questa prossima fase del suo percorso. Medipass è stata uno dei pionieri nel settore della cura del cancro, offrendo servizi di outsourcing nella diagnostica e nella cura dei tumori sin dagli anni ’90, con una solida esperienza nel fornire ai pazienti la migliore qualità delle cure utilizzando tecnologie all’avanguardia.

Medipass rappresenta il nostro terzo investimento in Italia e il secondo investimento per il nostro fondo, PEIF III, che è supportato da un’ampia componente di fondi pensione e compagnie assicurative italiane, e investe in società di infrastrutture che forniscono servizi essenziali in tutta Europa.

KOS ha svolto un ottimo lavoro nello sviluppo dell’azienda negli ultimi anni. Insieme al team di management, cercheremo di valorizzare le competenze di Medipass, le nostre risorse e la nostra esperienza come investitore infrastrutturale, per espandere ulteriormente la presenza della società nelle strutture sanitarie di tutta Europa per consentire loro di migliorare i loro parchi tecnologici e servizi a beneficio dei loro pazienti.”

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KOS è un primario gruppo sanitario italiano operante nell’assistenza socio-sanitaria e nella cronicità residenziale, nella riabilitazione, nella psichiatria, e nella medicina per acuti. In questi settori di attività, il Gruppo KOS gestisce 90 strutture in Italia, con quasi 8.700 posti letto, e 47 in Germania, con circa 4.000 posti letto. Sono quasi 13.700 i collaboratori, di cui circa 8.900 in Italia (7.400 i dipendenti) e circa 3.800 in Germania. Il fatturato di KOS nel 2019 è stato di € 595 milioni, di cui circa il 10% relativo al perimetro Medipass oggetto di cessione a DWS. KOS è posseduta per il 59,5% da CIR e per il 40,5% da F2i Healthcare, a sua volta controllata da F2i, il maggiore fondo infrastrutturale italiano con più di 5 miliardi di attività in gestione.

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CIR: risultati primo semestre 2020

Ricavi: € 856,7 milioni (€ 1.059,1 milioni nel primo semestre 2019)

EBITDA: € 103,8 milioni (€ 140,0 milioni nel primo semestre 2019)

EBIT: -€ 8,3 milioni (€ 46,0 milioni nel primo semestre 2019)

Risultato netto: -€ 30,4 milioni

Posizione finanziaria netta della capogruppo a € 397,1 milioni, in aumento rispetto al 31 dicembre 2019 (€ 295,7 milioni)

Milano, 31 luglio 2020 – Il Consiglio di Amministrazione di CIR S.p.A., riunitosi oggi sotto la presidenza di Rodolfo De Benedetti, ha approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2020 presentata dall’amministratore delegato Monica Mondardini.

RISULTATI CONSOLIDATI

I risultati del primo semestre sono stati significativamente influenzati dai rilevanti impatti che la diffusione della pandemia Covid-19 e le relative conseguenze hanno avuto su tutte le attività del gruppo CIR, ossia i servizi socio-sanitari, attraverso la controllata KOS, la produzione di componentistica per il settore automotive, attraverso la controllata Sogefi, e la gestione di investimenti finanziari della holding CIR e controllate non industriali.

L’attività di KOS ha risentito dell’emergenza sanitaria in tutti i settori, con un significativo impatto sull’andamento economico: nelle RSA, l’attività si è concentrata sulla difficile gestione dell’emergenza sanitaria e i nuovi ingressi sono stati bloccati; nelle strutture di riabilitazione si è registrata una diminuzione dei pazienti a seguito del rallentamento della normale attività ospedaliera, in un contesto di stress del sistema sanitario e di polarizzazione dell’attività sull’emergenza; le attività ambulatoriali sono state sospese o fortemente ridotte così come l’attività di diagnostica; parallelamente la società si è focalizzata sull’implementazione delle necessarie misure di protezione del personale e degli ospiti.

L’attività di Sogefi ha subito, come tutto il settore automotive, impatti molto rilevanti per gli effetti della pandemia; la produzione è infatti stata sospesa dapprima in Cina e successivamente, nel corso della seconda metà del mese di marzo, pressoché in tutti gli stabilimenti. Allo stato attuale, la produzione in Cina è tornata a livelli mensili in linea con le previsioni formulate prima della crisi; nelle restanti aree geografiche, la produzione è stata gradualmente riavviata a partire dal mese di maggio, a seguito della ripresa delle attività dei principali clienti, ma con volumi ancora significativamente inferiori a quelli pre- Covid; particolarmente critica rimane la situazione in Mercosur e India.

Nel primo semestre del 2020, i ricavi consolidati di CIR sono ammontati a € 856,7 milioni, in calo del 19,1% rispetto al 2019. Dopo un primo bimestre in crescita del 9,7% sul corrispondente periodo del 2019, l’emergenza sanitaria ha determinato un’immediata e drastica contrazione del fatturato, a causa principalmente della sospensione dell’attività produttiva di Sogefi.

Il margine operativo lordo (EBITDA) consolidato è ammontato a € 103,8 milioni ed è inferiore del 25,8% rispetto al dato della prima metà del 2019 (€ 140,0 milioni), seguendo l’andamento dei ricavi; il risultato operativo (EBIT) consolidato è stato negativo per € 8,3 milioni rispetto a un risultato positivo di € 46,0 milioni nel primo semestre 2019.

Il risultato netto è stato negativo per € 30,4 milioni, rispetto ad un utile di € 1,6 milioni nella prima metà del 2019.

L’indebitamento finanziario netto consolidato al 30 giugno 2020, ante IFRS 16, ammontava a € 285,7 milioni ed è diminuito di € 42,0 milioni rispetto al 31 dicembre 2019 (€ 327,6 milioni). I debiti finanziari per diritti d’uso ex IFRS 16, al 30 giugno 2020, ammontavano complessivamente a € 787,8 milioni e pertanto l’indebitamento finanziario netto consolidato complessivo ammontava a € 1.073,5 milioni. I debiti ex IFRS 16 riguardano principalmente la controllata KOS (€ 731,8 milioni), che opera avvalendosi di immobili prevalentemente in locazione.

La posizione finanziaria netta della Capogruppo (incluse le controllate non industriali) al 30 giugno 2020 era positiva per € 397,1 milioni, in aumento rispetto al 31 dicembre 2019 (€ 295,7 milioni) a seguito dell’incasso derivante dalla vendita dell’intera partecipazione di CIR in GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. ad EXOR (€ 102,4 milioni), finalizzata il 23 aprile 2020.

Il patrimonio netto di Gruppo al 30 giugno 2020 era pari a € 728,5 milioni rispetto a € 770,7 milioni al 31 dicembre 2019 e la diminuzione rispecchia principalmente la perdita del periodo.

Per quanto riguarda KOS, i ricavi sono ammontati a € 337,2 milioni, in crescita del 19,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019 grazie al significativo contributo di Charleston (gruppo acquisito nel mese di ottobre 2019, operante in Germania nel settore delle RSA): a perimetro costante, il fatturato è sceso del 10,6%.

L’EBIT è stato pari a € 18,1 milioni rispetto a € 31,6 milioni nel 2019, a causa non solo del calo di ospiti e pazienti in Italia per l’emergenza Covid-19, come precedentemente illustrato, ma anche dei maggiori costi sostenuti in misure di protezione per far fronte e contenere gli effetti della pandemia. Il semestre si è chiuso con una perdita di € 2,1 milioni rispetto a un utile di € 14,4 milioni nel primo semestre 2019.

Il cash flow è stato positivo per € 11,8 milioni e l’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 si è ridotto da € 368,0 milioni al 31 dicembre 2019 a € 356,2 milioni al 30 giugno 2020.

Per quanto riguarda Sogefi, la produzione mondiale automotive nel primo semestre del 2020 è scesa del 33% rispetto al primo semestre del 2019, con Europa e NAFTA, principali aree di attività di Sogefi, al -40%. In tale contesto i ricavi di Sogefi sono stati pari a € 519,5 milioni, in flessione del 33,2% rispetto al 2019. Nelle principali aree geografiche il gruppo ha registrato una performance decisamente migliore del mercato e, grazie alle misure di contenimento dei costi adottate, la redditività (EBITDA/fatturato %) si è deteriorata di soli due punti, da 11% a 9%. Ciononostante, l’EBIT è stato pari a -€ 18,8 milioni, dopo aver recepito oneri non ricorrenti per circa € 18 milioni, rispetto a +€ 24,4 milioni nel primo semestre del 2019. Il semestre si è chiuso con una perdita di € 28,8 milioni, che si confronta con un utile netto della prima metà del 2019 pari a € 6,9 milioni.

L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 al 30 giugno 2020 è aumentato a € 327,0 milioni, da € 256,2 milioni a fine 2019, e l’incremento è principalmente riconducibile all’aumento del capitale circolante, determinato dalla drastica riduzione delle vendite, con effetto immediato sugli incassi; tale incremento è destinato a riassorbirsi progressivamente con la ripresa dell’attività.

Con riferimento agli investimenti finanziari della holding e controllate dedicate alla gestione finanziaria, tenuto conto delle turbolenze e dei ribassi dei mercati finanziari, nel semestre si è registrata una perdita di € 5,6 milioni e conseguentemente un rendimento negativo pari a -1,4%; il portafoglio di obbligazioni e Hedge Funds ha conseguito un rendimento complessivo positivo dello 0,7%, mentre sono state registrate perdite per adeguamenti a fair value degli investimenti in Private Equity e altre partecipazioni per € 7,9 milioni.

Eventi successivi al 30 giugno 2020

In data 13 luglio 2020 CIR, come previsto nell’accordo del 2 dicembre 2019, ha acquistato una partecipazione nel capitale sociale di Giano Holding S.p.A., che rappresenta in trasparenza il 5% del capitale sociale di GEDI. L’acquisto ha comportato un esborso di € 11,7 milioni, equivalente a un prezzo di € 0,46 per azione GEDI.

Prevedibile evoluzione della gestione

Il grado di incertezza sull’evoluzione dell’attività e dei risultati nel secondo semestre permane elevato.

Per quanto concerne KOS, verso la fine del semestre si è assistito a una inversione di tendenza, con una ripresa dell’attività di riabilitazione, acuti e dell’area diagnostica e oncologia; il settore RSA si è stabilizzato ma non è ancora in fase di ripresa. Allo stato attuale, si prevede che, in assenza di una seconda ondata di contagi in autunno, le aree diagnostica, cure oncologiche, psichiatria ed acuti possano recuperare livelli di attività pre- Covid nel corso del corrente esercizio. Per riabilitazione e RSA il ritorno a regime è previsto nel corso dell’esercizio 2021. Per quanto riguarda inoltre il settore RSA in Germania, si segnala che l’impatto del Covid-19 è stato limitato e il ritorno a pieno regime è previsto entro la fine dell’esercizio in corso.

Per quanto riguarda Sogefi, la visibilità sull’evoluzione del mercato nei prossimi mesi resta limitata sia per l’incertezza che caratterizza l’evoluzione della pandemia sia per la difficoltà di prevedere l’impatto delle circostanze macro economiche determinate dalla stessa sulla domanda nel settore automotive. Per il secondo semestre 2020, IHS Markit, fonte comunemente utilizzata dal settore, prevede che, in assenza di una seconda fase di Covid-19 e conseguenti misure restrittive della produzione e impatti avversi sul mercato, la produzione mondiale potrebbe collocarsi al -10% rispetto al secondo semestre 2019, mentre le previsioni degli analisti di mercato tendono ad essere più prudenti, anticipando una contrazione del mercato mondiale in un range compreso tra -15% e -30%, quest’ultima ipotesi in caso di una seconda ondata di Covid-19.

In questo scenario incerto, Sogefi ha incorporato nelle proprie aspettative sul secondo semestre una ipotesi di mercato mondiale intorno al -20%, a fronte della quale, prevede di poter conseguire un EBIT, esclusi gli oneri per ristrutturazioni, leggermente positivo, una significativa riduzione della perdita netta rispetto al primo semestre e un free cash flow leggermente positivo.

Entrambe le società, alla luce della congiuntura del tutto straordinaria affrontata nel corso del primo semestre, pur disponendo ad oggi di risorse finanziarie in eccesso rispetto all’attuale fabbisogno e pur non prevedendo un incremento del debito rispetto a quello registrato a fine giugno 2020, alla luce dell’incertezza sull’evoluzione del mercato e in previsione delle naturali scadenze dei finanziamenti in essere, hanno avviato trattative con i propri partner finanziari, con cui sono in essere rapporti consolidati, per assicurare le opportune disponibilità di risorse a medio termine.

Alla luce di quanto precede, il gruppo CIR si attende un semestre ancora difficile ma, in assenza di una seconda ondata di Covid-19, in netto miglioramento rispetto al primo.

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Sogefi: risultati primo semestre 2020

Ricavi: € 519,5 milioni, -31,2% a cambi costanti (mercato auto -33,2%)

Andamento dei ricavi nettamente migliore di quello del mercato nelle principali aree geografiche in cui il gruppo è presente

EBITDA: € 47,0 milioni, 9,1% del fatturato (11,1% nel primo semestre 2019)

Costi fissi ridotti del 27%

EBIT: -€ 18,8 milioni per effetto dei minori volumi e di oneri non ricorrenti

Attesi EBIT e free cash flow positivi nel secondo semestre 2020, in assenza di una seconda fase di lockdown

Milano, 27 luglio 2020 – Il Consiglio di Amministrazione di Sogefi S.p.A., riunitosi oggi sotto la presidenza di Monica Mondardini, ha approvato la relazione finanziaria semestrale del gruppo al 30 giugno 2020. Sogefi, società del Gruppo CIR, è uno dei principali produttori globali di componenti per autoveicoli in tre settori: Aria e Raffreddamento, Filtrazione e Sospensioni.

SINTESI DEI RISULTATI DEL PRIMO SEMESTRE

Nel primo semestre del 2020 il mercato mondiale dell’automobile ha registrato una flessione senza precedenti a seguito della diffusione della pandemia Covid-19 nel mondo e delle conseguenti e opportune misure restrittive adottate dai governi locali o autonomamente assunte dalle imprese, in un’ottica di protezione dei lavoratori e dei cittadini in generale, che hanno comportato la sospensione pressoché generalizzata delle attività produttive non essenziali e in particolare della produzione automotive. Tale sospensione è intervenuta dapprima in Cina e successivamente, nel corso dei mesi di marzo e aprile, nelle restanti aree geografiche. Allo stato attuale l’attività è ripresa ovunque, in Cina con volumi anche maggiori di quelli dell’esercizio precedente e in Europa e NAFTA con volumi significativamente ridotti. Le situazioni produttive più critiche si registrano attualmente in Sud America e India.

La produzione automobilistica mondiale ha registrato nel semestre un calo del 33,2% rispetto al corrispondente periodo del 2019: -41,7% in Europa, -39,9% in Nord America, -24,9% in Asia e -50,6% in Sud America. Nel mese di giugno 2020 il mercato si è parzialmente ripreso (con un gap rispetto ai volumi mondiali del 2019 ridotto a -21,2%), trainato soprattutto dal mercato cinese (+14,1%); in miglioramento anche l’andamento in Europa e NAFTA, ma con volumi ancora molto deboli (-31,2% e -24,3%, rispettivamente). Resta molto critica la situazione nel Mercosur (-56%).

Nel corso del primo semestre la priorità assoluta della società è stata la sicurezza della propria forza lavoro. Dal momento in cui sono pervenute notizie sul fenomeno Covid-19 in Cina, sono state immediatamente assunte disposizioni volte a ridurre il rischio di contagio, a partire dal maggior utilizzo di smart-working. Successivamente, sono state implementate tutte le misure di sospensione dell’attività produttiva e di sicurezza sanitaria nelle fabbriche e sedi di lavoro definite dalle diverse autorità locali o dall’azienda. In questo contesto la società ha rivisto i processi produttivi in tutte le aree geografiche per implementare i protocolli di sicurezza relativi al distanziamento sociale e all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale.

In secondo luogo, Sogefi ha posto in atto tutto quanto in proprio potere per mitigare, nella misura del possibile, l’impatto della crisi e della conseguente contrazione delle vendite sui risultati e sulla solidità patrimoniale della società; è stato rapidamente varato un piano per variabilizzare i costi e limitare il consumo di cassa, e in particolare:

Infine, il gruppo ha riformulato il proprio piano di medio lungo periodo (2020-2024), volto a preservare la redditività e la generazione di cassa, anche a fronte di prospettive incerte sulla ripresa del mercato.

RICAVI

Nel primo semestre 2020, i ricavi di Sogefi sono ammontati a € 519,5 milioni, in flessione rispetto al primo semestre 2019 del 33,2% a cambi storici e del 31,2% a cambi costanti.

Dopo i primi due mesi dell’anno con ricavi a cambi costanti in crescita dell’1%, gli effetti della pandemia Covid-19 sono stati registrati a partire da marzo e sono divenuti particolarmente gravi nei mesi di aprile (-79,5%) e maggio (-64,5%), mentre in giugno si è registrato un significativo recupero, con un notevole contenimento del calo rispetto al corrispondente periodo del 2019 (-24,9%).

L’andamento dei ricavi a cambi costanti nelle principali aree geografiche in cui il gruppo è presente è stato nettamente migliore di quello del mercato: -32,2% in Europa rispetto a -41,7% per il mercato, -30,5% in Nord America rispetto a -39,9% del mercato, +4% in Cina rispetto al -19,7% del mercato. La flessione complessiva dei ricavi è stata invece in linea con quella registrata dal mercato mondiale, a causa della concentrazione del business del gruppo nei mercati che hanno registrato contrazioni maggiori (Europa e NAFTA), a fronte di una presenza meno significativa in Cina, in cui il calo del mercato è stato decisamente più contenuto.

Tra i diversi settori di attività, Filtrazione (con un calo dei ricavi del 25,7% a cambi costanti) e Aria e Raffreddamento (-29,1% a cambi costanti) hanno registrato un andamento decisamente meno sfavorevole del mercato grazie, per Filtrazione, alla maggiore tenuta dei canali OES e Aftermarket e per Aria e Raffreddamento allo sviluppo del portafoglio di contratti in particolare in Nord America. Per le Sospensioni l’impatto della crisi è stato maggiore, con un calo dei ricavi del 38,2% a cambi costanti, che riflette la maggiore concentrazione dell’attività in Europa e Mercosur e gli andamenti del settore in tali aree.

RISULTATO OPERATIVO E RISULTATO NETTO

La drastica riduzione dei volumi determinata dall’evoluzione del mercato a seguito della pandemia Covid-19 ha avuto effetti molto significativi sui risultati economici del gruppo, nonostante l’incisività delle misure di mitigazione adottate.

L’EBITDA è infatti ammontato a € 47,0 milioni rispetto a € 86,4 milioni nel corrispondente periodo del 2019, principalmente a causa del crollo dei volumi; la redditività (EBITDA / Ricavi %) è stata pari al 9,1% e si colloca al di sotto di quella del corrispondente periodo del 2019 (11,1%) di soli 2 punti percentuali, grazie alle misure di variabilizzazione dei costi implementate.

In particolare, il margine di contribuzione ha registrato un leggero miglioramento rispetto al primo semestre del 2019, dal 29,4% al 29,8%, per l’evoluzione favorevole dell’incidenza del costo delle materie prime, dovuta in parte a fenomeni di mercato e in parte ai piani attuati dallo scorso esercizio per ridurre i prezzi di acquisto degli acciai per la produzione delle sospensioni, che ha compensato l’impatto delle inevitabili inefficienze produttive determinate dalla sospensione e ripresa della produzione e dai bassi volumi.  

L’incidenza dei costi fissi è aumentata di circa 2 punti percentuali, un incremento relativamente contenuto se si considera l’entità del crollo dei ricavi ottenuto grazie alle misure di contenimento adottate, in parte temporanee ed in parte destinate a divenire strutturali.

L’EBIT è stato negativo per € 18,8 milioni a fronte di un risultato positivo di € 24,4 milioni nel primo semestre 2019. La riduzione dell’EBIT riflette la riduzione dell’EBITDA conseguente al crollo dei ricavi e recepisce inoltre l’effetto negativo dell’evoluzione dei tassi di cambio per € 4 milioni (€ 1,8 milioni nel primo semestre 2019) registrato dalle attività del gruppo in Nord e Sud America, oneri per ristrutturazione pari a € 7,3 milioni (€ 4,3 milioni nel primo semestre 2019) e write-downs di attivi per € 6,4 milioni (€ 1,9 milioni nell’anno precedente).

In termini di risultato netto, il gruppo ha registrato una perdita di € 28,8 milioni rispetto a un utile di € 6,9 milioni nel primo semestre 2019, dopo oneri finanziari sostanzialmente in linea con quelli dell’anno precedente e proventi fiscali per € 1 milione rispetto a oneri fiscali per € 8,3 milioni nell’esercizio precedente.

INDEBITAMENTO E PATRIMONIO NETTO

Con riferimento al Free Cash Flow, nel primo semestre 2020 si è registrato un consumo di € 64,0 milioni rispetto a € 8,8 milioni nel primo semestre 2019. La riduzione dell’attività e conseguentemente dell’EBITDA ha comportato la contrazione del cash flow operativo solo in parte compensato dal minore flusso di impieghi per investimenti. Va rilevato inoltre che circa l’80% del consumo è da attribuirsi all’incremento del capitale circolante causato dalle particolari circostanze intervenute nel corso del secondo trimestre dell’anno. Infatti, come in generale avviene nel settore, i crediti verso clienti vengono incassati più rapidamente rispetto ai tempi di pagamento dei fornitori, anche grazie al ricorso al factoring. A fronte del crollo delle vendite nel secondo trimestre, sono conseguentemente diminuiti gli incassi dai clienti, mentre sono continuati gli esborsi verso i fornitori. Tale squilibrio dovrebbe progressivamente riassorbirsi con la ripresa dell’attività.

L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 al 30 giugno 2020 è aumentato a € 327,0 milioni, da € 256,2 milioni a fine 2019 e € 267,3 milioni a fine giugno 2019. Includendo i debiti finanziari per diritti d’uso, secondo il principio IFRS 16, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2020 ammontava a € 382,9 milioni rispetto a € 318,9 milioni al 31 dicembre 2019.

Al 30 giugno 2020 il gruppo ha linee di credito committed in eccesso rispetto al debito per € 194,2 milioni e i covenants previsti dai contratti di finanziamento in essere sono stati rispettati.

Al 30 giugno 2020 il patrimonio netto, esclusa la quota di azionisti terzi, ammontava a € 144,9 milioni (€ 188,7 milioni al 31 dicembre 2019).

RISULTATI DELLA CAPOGRUPPO SOGEFI S.P.A.

Nel primo semestre 2020 la capogruppo Sogefi S.p.A. ha registrato una perdita netta di € 5,8 milioni rispetto all’utile netto di € 32,7 milioni nel corrispondente periodo dell’esercizio precedente. A fronte del quadro particolarmente incerto in quasi tutti i paesi di operatività del gruppo, è stata sospesa la distribuzione di dividendi dalle società controllate a Sogefi S.p.A..

IMPATTI COVID-19 SULL’ATTIVITA’

A seguito della diffusione della pandemia Covid-19, Sogefi ha sospeso dapprima la produzione in Cina e successivamente, nella seconda parte del mese di marzo, pressoché in tutti gli stabilimenti. Allo stato attuale, la produzione in Cina è tornata a livelli mensili in linea con le stime della Società precedenti alla crisi; negli altri stabilimenti la produzione è stata gradualmente riavviata a partire dal mese di maggio, a seguito della ripresa delle attività dei principali clienti, ma con volumi ancora significativamente inferiori alle attese di inizio anno.

Per quanto riguarda gli impatti della pandemia sul gruppo, le stime ante Covid-19 prevedevano un andamento del fatturato 2020 sostanzialmente in linea con il 2019. Nei primi due mesi dell’anno, la Società ha realizzato volumi superiori alle attese, seguiti da un calo estremamente significativo e un graduale recupero nel mese di giugno. Per effetto di tale andamento, Sogefi ha registrato ricavi pari a € 519,5 milioni, in calo del 33,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; tale riduzione è pressoché integralmente ascrivibile agli effetti della crisi. La contrazione dei volumi, anche se in parte compensata dalla riduzione dei costi fissi, ha comunque comportato un impatto negativo stimabile in € 50 milioni sull’EBIT e € 39 milioni sul risultato netto, nonché un significativo incremento del debito.

La Società, oltre ad aver reagito per ridurre gli impatti della crisi da marzo a oggi, ha operato per adattarsi alle mutate circostanze del mercato e recuperare rapidamente l’equilibrio economico / finanziario, pure in un contesto di volumi ridotti quale quello ad oggi prevedibile, anche per il secondo semestre ed il 2021.

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE

La visibilità sull’evoluzione del mercato nei prossimi mesi resta limitata; per quanto concerne il fenomeno della pandemia, se il contenimento in Europa appare ormai consolidato, la diffusione in Nord e Sud America non è ancora entrata nella fase di contenimento; permane inoltre il rischio di una seconda fase di Covid-19 ed infine allo stato attuale rimane difficile prevedere l’impatto delle circostanze macroeconomiche determinate dalla pandemia sulla domanda nel settore automotive.

Per il secondo semestre 2020, IHS prevede che, in assenza di una seconda fase di Covid-19 e conseguenti misure restrittive della produzione e impatti avversi sul mercato, la produzione mondiale potrebbe collocarsi al -10% rispetto al secondo semestre 2019, mentre le previsioni degli analisti di mercato tendono ad essere più prudenti anticipando una contrazione del mercato mondiale in un range compreso tra -15% e -30%, quest’ultima ipotesi in caso di una seconda ondata di Covid-19.

In questo scenario incerto, Sogefi ha incorporato nelle proprie aspettative sul secondo semestre una ipotesi di mercato mondiale intorno al -20%, a fronte della quale prevede di poter conseguire un EBIT, esclusi gli oneri per ristrutturazioni, leggermente positivo, una significativa riduzione della perdita netta rispetto al primo semestre ed un free cash flow leggermente positivo.

Inoltre, alla luce delle prospettive di mercato sicuramente incerte anche per gli esercizi futuri, Sogefi ha avviato un piano per una significativa riduzione dei costi fissi, che verrà completata entro il primo semestre 2021, nonché azioni di razionalizzazione del footprint e gestione dei fornitori.

La Società, pur disponendo ad oggi di risorse finanziarie in eccesso rispetto all’attuale fabbisogno e pur non prevedendo un incremento del debito rispetto a quello registrato a fine giugno 2020, alla luce dell’incertezza sull’evoluzione del mercato e in previsione delle naturali scadenze dei finanziamenti in essere, ha avviato trattative con i suoi partner finanziari, con cui sono in essere rapporti consolidati, per ottenere rinnovi e nuovi prestiti a medio termine per un valore complessivo nell’ordine di € 100 milioni.

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CIR: acquisita una partecipazione in Giano Holding

Milano, 13 luglio 2020 – CIR S.p.A. – Compagnie Industriali Riunite ha acquistato da EXOR in data odierna una partecipazione nel capitale sociale di Giano Holding S.p.A., secondo quanto previsto dall’accordo di investimento sottoscritto in data 23 aprile 2020 tra CIR, EXOR N.V. e Giano Holding.

Giano Holding è la società controllata da EXOR che, a seguito dell’acquisizione da CIR della partecipazione di controllo in GEDI S.p.A., ha promosso un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria avente ad oggetto le azioni di GEDI in circolazione non detenute dalla medesima, ad un prezzo unitario pari a € 0,46 ciascuna.

A seguito della conclusione dell’offerta e del reinvestimento, CIR detiene una partecipazione nel capitale sociale di Giano Holding che rappresenta, in trasparenza, il 5% del capitale sociale di GEDI. Il reinvestimento ha avuto luogo ad un prezzo pari a € 11.699.881,04 (che corrisponde, in trasparenza, ad un prezzo di € 0,46 per azione GEDI).

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CIR: deposito verbale Assemblea e Statuto sociale

Milano, 30 giugno 2020 – CIR S.p.A. rende noto che il verbale relativo all’Assemblea ordinaria e straordinaria, tenutasi in unica convocazione l’8 giugno 2020, unitamente allo Statuto sociale modificato sono a disposizione del pubblico sul meccanismo di stoccaggio autorizzato eMarket STORAGE (www.emarketstorage.com), presso la sede legale e sul sito Internet della società (www.cirgroup.it).

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