Il gruppo CIR opera in differenti settori dell’industria e dei servizi sia in ambito nazionale sia internazionale e di conseguenza le sue attività sono esposte a diverse tipologie di rischi finanziari, tra i quali i rischi di mercato (rischio di cambio e rischio di prezzo), il rischio di credito, il rischio di liquidità ed il rischio di tasso di interesse. Al fine di minimizzare determinate tipologie di rischi la capogruppo e le controllate, ciascuna per quanto di propria competenza, pongono in essere opportune misure di mitigazione, tra cui l’utilizzo di strumenti finanziari derivati di copertura.
Rischio di mercato
La capogruppo CIR S.p.A. e le holding finanziarie CIR Investimenti S.p.A. e CIR International S.A. gestiscono attivi finanziari, sia direttamente sia tramite fondi e gestioni patrimoniali. Pertanto, i loro risultati economici, nonché le loro consistenze patrimoniali, sono soggetti al rischio della variazione dei prezzi di mercato. Il gruppo mitiga tale rischio definendo una politica di investimento conservativa e diversificata, monitorando il Value at Risk del portafoglio complessivo e ricorrendo, dove opportuno, a strumenti derivati di copertura dei rischi. Il gruppo, operando a livello internazionale in particolare attraverso Sogefi, potrebbe essere soggetto al rischio che variazioni nel tasso di cambio di valute estere impattino il fair value di talune sue attività o passività. Sogefi produce e vende principalmente nell’area dell’euro ma è soggetto a rischio valutario specialmente nei confronti delle seguenti valute: dollaro statunitense, renminbi cinese, dollaro canadese, sterlina inglese, real brasiliano e peso argentino. Relativamente al rischio di cambio legato alla conversione dei bilanci delle controllate estere, generalmente le società operative hanno una sostanziale convergenza tra le valute di fatturazione attiva e quelle di fatturazione passiva, entrambe solitamente in valuta locale, anche se in alcuni casi sono attive sia nel proprio mercato interno che all’estero: in caso di fabbisogno, i mezzi finanziari sono reperiti, ove possibile, in valuta locale.
Rischio di credito
Il gruppo è esposto al rischio di credito sia in termini commerciali, in relazione alla tipologia dei clienti, ai termini contrattuali e alla concentrazione delle vendite, sia in termini finanziari, in relazione al merito di credito delle controparti utilizzate nelle transazioni finanziarie. All’interno del gruppo non vi sono significative concentrazioni di tali rischi. Sono state da tempo attuate adeguate politiche per assicurare che le vendite siano effettuate a clienti con un’appropriata storia di credito. Le controparti per i prodotti derivati e le cash transaction sono esclusivamente istituzioni finanziarie con alto merito di credito. Il gruppo attua inoltre politiche che limitano l’esposizione di credito con le singole istituzioni finanziarie. Il rischio credito si presenta differenziato a seconda del settore di attività a cui si fa riferimento. Con riferimento al settore “Componentistica per autoveicoli” non si evidenziano eccessive concentrazioni di rischio di credito in quanto sui canali distributivi di “Original Equipment” e “After market” Sogefi opera con un ampio numero di case automobilistiche e di gruppi d’acquisto, senza riscontrare particolari concentrazioni di rischio o controparti con merito di credito scadente. Il settore della “Sanità” presenta una maggiore concentrazione del rischio di credito, avendo come principali controparti i settori pubblici italiano e tedesco. Tale concentrazione è peraltro mitigata dal fatto che l’esposizione creditoria verso il settore pubblico italiano è suddivisa su un largo numero di controparti (le singole regioni e in ultima istanza le unità sanitarie locali), e inoltre una componente rilevante dei crediti è verso singoli clienti privati. Ad esempio, la concentrazione dei crediti è inferiore nel caso della gestione di residenze sanitarie per anziani, i cui ricavi derivano per oltre la metà dalla pluralità degli ospiti presenti nella struttura, e i cui crediti iscritti a bilancio nei confronti di enti pubblici (principalmente ASL e comuni) sono vantati verso una pluralità di soggetti. La concentrazione dei crediti è superiore nel caso delle gestioni ospedaliere per il fatto che la quasi totalità dei ricavi deriva dal settore pubblico. Le attività di monitoraggio del rischio di credito verso i clienti partono dal raggruppamento degli stessi sulla base della tipologia, dell’anzianità del credito, dell’esistenza di precedenti difficoltà finanziarie o contestazioni e dall‘eventuale esistenza di procedure legali o concorsuali in corso.
Rischio di liquidità
l fine di mantenere un corretto equilibrio fra approvvigionamento e impiego delle risorse finanziarie, le società del gruppo assicurano il mantenimento di sufficienti disponibilità liquide e/o titoli negoziabili e l’accesso a risorse finanziarie ulteriori, ottenibili tramite un adeguato livello di linee di credito committed. Le società che presiedono i tre più significativi settori di attività (automotive, sanità e gestione attivi finanziari delle holding) gestiscono direttamente ed autonomamente il rischio di liquidità, operando sulla tesoreria in modo centralizzato. Le società operative del gruppo assicurano uno stretto controllo sulla posizione finanziaria netta e sulla sua evoluzione di breve, medio e lungo periodo, seguono una politica di indebitamento molto prudenziale, con ricorso a strutture di finanziamento in gran parte a medio lungo termine ed in eccesso rispetto ai fabbisogni previsti e rispettano sistematicamente le scadenze degli impegni, comportamento che consente di operare nel mercato con la necessaria affidabilità. La capogruppo e le holding finanziarie, che hanno una posizione finanziaria netta aggregata positiva, gestiscono il rischio di liquidità, relativo alla monetizzazione degli attivi in caso di fabbisogno per investimenti e/o altri impieghi, tramite una policy di investimento che prevede e la liquidabilità della maggioranza degli attivi finanziari in un orizzonte di breve termine.
Rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso di interesse dipende dalle variazioni dei tassi sul mercato che possono determinare variazioni del fair value e/o dei flussi finanziari di un’attività o passività finanziaria. Il rischio legato al tasso di interesse riguarda principalmente i debiti finanziari a lungo temine i cui interessi passivi possono variare al variare del tasso di riferimento adottato. Nel rispetto delle politiche di gestione del rischio finanziario la Capogruppo e le società controllate hanno stipulato nel corso degli anni diversi contratti IRS con primarie istituzioni finanziarie per coprire il rischio di cash flow legato alle variazioni dei tassi di interesse a breve e sui contratti di finanziamento a tasso variabile.